IndyCar | Power domina a Portland e lancia la sfida a Palou

Will Power è stato protagonista di una gara dominata dall'inizio alla fine sul circuito di Portland. Quando mancano pochissimi appuntamenti al termine della stagione 2024 della NTT IndyCar Series, i giochi per il titolo sono ancora aperti.

Will Power (Team Penske) festeggia la vittoria del #PortlandGP (2024) Photo credit: @Team_Penske via X

L’appuntamento sul circuito permanente di Portland è stato vinto da Will Power (Team Penske), partito secondo dietro a Santino Ferrucci (A.J. Foyt Enterprises). Secondo posto per Alex Palou (Chip Ganassi Racing), sempre più vicino al suo terzo titolo. Terzo posto per Josef Newgarden (Team Penske). Il vincitore è stato in grado di sopravanzare Ferrucci già in curva 1, conducendo in testa 101 dei 110 giri totali, un numero di tornate impressionante, che non fa altro che confermare lo strapotere dell’australiano su questo tracciato.

Chi si aspettava una gara ricca di colpi di scena e caution, specialmente alla partenza -dato l’imbuto di curva 1- è rimasto decisamente deluso. Soltanto una neutralizzazione, infatti, a causa dell’errore di Pietro Fittipaldi (Rahal Letterman Lanigan Racing) che ha messo fuori gioco al primo giro l’incolpevole Scott Dixon (Chip Ganassi Racing). Quest’ultimo, notoriamente sfortunato su questo circuito, si è dovuto ritirare a causa dei danni riportati dalla vettura in seguito al contatto con le barriere. Questo zero rappresenta, molto probabilmente, l’addio definitivo alle speranze di lottare fino alla fine per il titolo. La sensazione è che, per Scott Dixon, i problemi siano iniziati con l’avvento dei motori ibridi. Evidentemente c’è ancora qualcosa da capire a fondo sulla gestione della gara, cosa del tutto normale per un pilota esperto e abituato a lavorare in un modo completamente differente.

A fine gara, Will Power ha dichiarato:

“È stato incredibilmente gratificante. Io e la squadra siamo arrivati qui sapendo di dover fare tutto bene a partire dalle qualifiche. Se Palou avesse vinto oggi sarebbe stato tutto molto più difficile. Continueremo a lottare per vedere se riusciamo a vincere il campionato. Siamo messi bene sugli ovali, anche se due di essi sono tornati in calendario dopo tanti anni e sarà una scoperta per tutti”

Alex Palou è stato molto lucido, individuando la ragione della sconfitta nella sua gestione delle qualifiche:

“Abbiamo sbagliato strategia. In qualifica sono stato troppo aggressivo e ho rovinato le gomme. Con pneumatici usati, prendere Will era impossibile, oggi era semplicemente troppo veloce e se l’è meritata. Sono comunque contento del secondo posto”

Si tratta del terzo successo stagionale per Power, il quale si merita totalmente di essere ancora in lizza per il titolo. La scorsa stagione, infatti, il due volte campione è stato lontano dalle corse per rimanere al capezzale della moglie gravemente malata.

La classifica aggiornata vede il due volte campione in carica della serie Alex Palou davanti a Power di 54 punti, il numero massimo che un pilota può guadagnare in una gara. Colton Herta scivola dal secondo al terzo posto, a 67 punti da Palou. Potrebbe sembrare tutto finito, ma guai a distrarsi. Come già detto altre volte, dopo l’ennesimo risultato utile in stagione, Colton Herta deve necessariamente farsi delle domande in vista del prossimo anno. Basti pensare che, fino a metà stagione era addirittura settimo in campionato, disperso nei meandri di centro classifica dopo innumerevoli errori e battute d’arresto. Fosse riuscito a mantenere questo ruolino di marcia fin dall’inizio, probabilmente adesso saremmo qui a fare tutt’altro tipo di discorso.

Peccato per Santino Ferrucci. La pole position poteva anche far presagire l’alba di un risultato prestigioso, ma i più esperti sapevano che non era così. Nonostante sia un pilota chiacchierato per via del suo carattere particolarmente appuntito, il ragazzo sta lavorando bene e questo è indubbio, ma a discapito di quello che in tanti -erroneamente- pensano, la IndyCar non è affatto una categoria semplice. Se non sei abituato a stare davanti e se il tuo team non è abituato alle posizioni di vertice, i grandi risultati non li fai.

Basti pensare che la squadra di A.J. Foyt non partiva in pole da dieci anni: l’ultimo dei suoi piloti a riuscirci era stato Takuma Sato nel 2014, un’epoca che sembra ormai lontanissima. Non è un caso che, per quanto si vada su circuiti di ogni tipo e si passi da motori termici a ibridi, i nomi e le squadre siano sempre quelli. Santino sta facendo il suo percorso di crescita che lo vede spesso in top ten e, questa pole position, dev’essere una molla a voler fare ancora meglio nel finale di stagione e, soprattutto, in vista del prossimo anno. Per vincere questa IndyCar bisogna essere piloti completi in una squadra completa. La partnership con il Team Penske sta iniziando a far vedere i suoi frutti, ma occorre tempo per oliare tutti i vari meccanismi.

Purtroppo, non possiamo fare a meno di menzionare il crollo di Pato O’Ward. Il pilota di Arrow McLaren, infatti, dopo gli ultimi week end difficili si è piazzato a fine gara in un’anonima quindicesima posizione. La sensazione è che alla squadra manchi sempre quel qualcosa in più per poter fare costantemente dei bei week end. Ci sono piste dove le cose funzionano e i piloti riescono a esprimersi al meglio, altre in cui sembrano totalmente irriconoscibili. Per il prossimo anno urge un cambiamento, perché il pilota messicano ha tutte le carte in regola per stare più avanti in classifica rispetto all’attuale sesto posto. La matematica non lo estromette ancora dalla corsa al titolo, ma è evidente che, nel “team papaya”, non stia funzionando niente. Pazienza il ritiro a Toronto per un contatto, ma la rottura del motore a St. Louis e quest’ultimo risultato ampiamente sotto la media e senza mai essere in gara, devono essere motivo di riflessione.

Il prossimo week end si andrà in Wisconsin per il secondo “double-header” della stagione, sul circuito di West Allis. Restate sintonizzati, perché non c’è niente di definito ancora e le sorprese potrebbero arrivare da un momento all’altro.