IndyCar | Josef Newgarden vince in Illinois tra le polemiche

Gli ovali sono il terreno di caccia di Roger Penske ed il suo team e anche questa volta non è stato da meno. Josef Newgarden vince a Gateway la #Bommarito500, quintultima prova del campionato IndyCar 2024.

Josef Newgarden (Team Penske) festeggia la vittoria della #Bommarito500 del 2024 a Gateway (Illnois) insieme a tutto il suo team Photo credit: @Team_Penske via X

La Indycar è tornata dopo la pausa estiva per il Bommarito Automotive Group 500 sull’ovale di Madison (area di St.Lous- NDR), in Illinois. 260 giri al cardiopalma, su un circuito piccolo ma decisamente insidioso e riservato agli specialisti. La vittoria è andata a Josef Newgarden, il quale ha bissato il successo del 2023 (il quarto negli ultimi 5 anni – NDR). Al secondo posto si è classificato il compagno di squadra Scott McLaughlin con Linus Lundqvist (Chip Ganassi Racing) terzo, a chiudere il podio. Quarto posto per il leader del campionato, Alex Palou.

Lo sapevamo, gli ovali sono il territorio di caccia preferito dai piloti di Roger Penske. Ci vincono spesso da anni, sono abituati a farlo e hanno una squadra che li supporta in tutto e per tutto su questo tipo di tracciati. Dalla pole è scattato Scott McLaughlin ma Newgarden era lì in terza posizione, pronto ad approfittare di qualsiasi situazione favorevole, cosa che, di fatto, è poi avvenuta. Va detto, ma approfondiremo dopo, che quanto successo nelle fasi finali di gara non è affatto una bella pagina di sport.

Per essere stata una gara su ovale, ci sono state in tutto sei Caution, equamente distribuite durante tutto l’arco della gara, oltre a una bandiera rossa. Che sia stato un appuntamento combattuto lo dimostra che, durante l’arco di gara, si sono alternati al comando ben undici piloti sui ventisette partenti. In pratica, quasi la metà di essi ha potuto effettuare almeno un giro al comando. Oltre a questo, il tutto è stato inevitabilmente condizionato dal finale di gara. Ma andiamo per gradi.

Vittoria di Newgarden a parte, il grande deluso di giornata è, senza alcun dubbio, Will Power (Team Penske). Dopo aver comandato la gara per 117 giri, infatti, ciò che è accaduto all’ultima ripartenza lo ha fatto precipitare in diciottesima posizione. In tutto ciò, Alex Palou (Chip Ganassi Racing) ringrazia: con la sua regolarità di piazzamenti e la capacità di massimizzare sempre il risultato anch nei week end non proprio favorevoli, si sta avvicinando sempre di più al suo terzo titolo.

Torno a ripetere che Colton Herta (Andretti Global) si è svegliato tardi. Quinto posto in rimonta, dopo una partenza nelle retrovie causa errore in qualifica. La domanda è una: dove sarebbe potuto arrivare Colton senza quella toccata nel muro? Non lo sapremo mai, tuttavia, la serie di risultati utili si sta allargando ma sembra che il treno per poter tirare la volata per il campionato sia ormai passato. Se Alex Palou continua a correre così, c’è ben poco da fare per chiunque, specie per Colton che ha messo la testa a posto solo nella seconda parte della stagione. In questa IndyCar, gli alti e bassi non premiano. Se Colton vorrà pensare seriamente al campionato nel 2025, dovrà lasciare a casa la tendenza a errori e risultati altalenanti. La costante presenza nelle posizioni di vertice su tutti i tipi di circuiti è la chiave per potersi sedere al tavolo che conta. Questa categoria presenta circuiti cittadini, circuiti permanenti e ovali: bisogna essere necessariamente piloti completi e questa è una caratteristica sulla quale dovranno lavorare anche i piloti europei che intenderanno misurarsi oltre oceano.

Brutta battuta di arresto, invece, per Pato O’Ward (Arrow McLaren). Il messicano del team Arrow McLaren è stato costretto al ritiro per un problema meccanico al giro 42. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma sembra probabile la rottura del motore.

Finite le brutte notizie, passiamo alle cose belle. Diciamo subito che stiamo parlando di una top ten un po’ atipica, perché ci sono alcune interessanti “new entry”. Prima di tutto, segnaliamo i due debuttanti: oltre a Linus Lundqvist che ha conquistato il podio, Nolan Siegel (Arrow McLaren) si è classificato al settimo posto, autore di una gara davvero ben gestita. Al nono posto troviamo, invece, Sting Ray Robb (A.J. Foyt Enterprises). Dopo mille problemi e peripezie, il nativo di CITTA ha finalmente messo a referto una prestazione degna di nota. Queste sono le gare che deve fare se intende ambire a un team più competitivo per le prossime stagioni. Ottima gara anche di Rinus Veekay (Ed Carpenter Racing), giunto nono.

Il grande tema di giornata è, senza dubbio, la vicenda della ripartenza ritardata da Josef Newgarden che ha causato un contatto a centro gruppo, portando Alexander Rossi (Arrow McLaren) a finire addosso a Will Power, compagno di squadra di Newgarden. La carambola ha coinvolto anche Romain Grosjean (Juncos Hollinger Racing). Dopo l’inevitabile bandiera rossa, la gara è ripartita con soli 8 giri da percorrere.

Power dopo il traguardo era comprensibilmente furioso e non le ha certo mandate a dire al compagno di squadra:

“Chiunque sia al comando, non può comportarsi così. Accelerare per poi frenare due, tre volte è semplicemente assurdo. Avrebbe dovuto percorrere curva 3 e curva 4, non comportarsi così. Quando ho capito cosa stava succedendo ero certo che qualcuno mi sarebbe venuto addosso e così è stato. Così è dura, perché avevamo una gran macchina oggi dopo le sfortune degli ultimi due gran premi e finire così è un peccato. Cercheremo di continuare a lottare, ma sarà piuttosto dura da qui in avanti”

A queste parole, Newgarden ha prontamente replicato

“Non ho fatto niente di strano. Sono abituato a fare ripartenze al comando e non credo di aver fatto ciò di cui mi accusano. Se qualcuno ha da lamentarsi, specialmente i compagni di squadra, può tranquillamente prendere visione della mia telemetria e vedrà che la velocità era molto consistente. Il problema, ed è un qualcosa di cui abbiamo già parlato, è che i piloti nelle retrovie hanno la tendenza ad anticipare le ripartenze, causando incidenti. Riguardando le immagini, è evidente che almeno un pilota abbia anticipato il restart. A quel punto, gli incidenti sono inevitabili”

In sostanza, “non sono io che ho rallentato, siete voi che siete ripartiti prima”. Ci potrebbe stare come interpretazione? Assolutamente sì, c’è una Direzione Gara che può richiedere le telemetrie e prendere le proprie decisioni in merito. Certo è che il problema delle ripartenze anticipate è comune a questo tipo di corse ed è molto pericoloso. Se è di questo che si è trattato, forse bisognerebbe iniziare a prendere provvedimenti seri. Ci sono piloti che, in altre categorie del motorsport, hanno perso la vita a causa di dinamiche di questo tipo.

Per chi non lo sapesse, per “ripartenza anticipata” significa andare sul pedale dell’acceleratore prima del leader della corsa, che è l’unico a poter effettivamente dettare il tempo del restart. Se si anticipa il restart e i piloti davanti stanno seguendo il passo di colui che comanda la gara, il rischio di tamponamento è elevatissimo. Con piloti tutti attaccati, le possibilità che si inneschino carambole molto rischiose è esponenzialmente più alto rispetto a un incidente in cui il gruppo è già sgranato.

Tra coloro che invocano una penalità per Josef Newgarden c’è anche Colton Herta, penalizzato a sua volta (da terzo a quinto) per aver ostacolato Linus Lundqvist. Per lui ha parlato Brian Herta, suo padre -ed ex pilota-

“Oggi Colton non meritava una penalità, specialmente dopo quello che ha fatto Josef Newgarden. Perché Colton è stato penalizzato e lui no? Il suo modo di effettuare la ripartenza ha causato un incidente, mi sembra chiaro a tutti. Il suo compagno di squadra è in lotta per il titolo e la sua gara è stata rovinata. La sua condotta di gara è stata ben più dannosa rispetto a quella di Colton, ma perché non è stato punito? Non capisco questo metro di giudizio, davvero non lo capisco”

La classifica attuale del campionato vede in testa Alex Palou con 443 punti, seguito da Colton Herta con 384 e Scott Dixon con 378. Il prossimo appuntamento è tra una settimana, sul circuito permanente di Portland.