IndyCar | O’Ward si aggiudica la prima dell’era ibrida

Patricio O'Ward si aggiudica una gara storica per la NTT IndyCar Series: la prima dell'era ibrida. E torna al successo dopo circa due anni. Alex Palou, secondo al traguardo, rinforza ancora di più la sua leadership di classifica.

Patricio O'Ward (Arrow McLaren), #Honda200, Mid-Ohio (2024) Photo credit: Arrow McLaren via X

L’attesa per l’appuntamento di Mid-Ohio dettata dal debutto dei motori ibridi portava con se diversi interrogativi. Prima di tutto, l’effettiva tenuta dei nuovi propulsori che, per la prima volta, avrebbero dovuto affrontare un week end di gara, poi la capacità dei singoli piloti di far funzionare tutto, adattandosi alle novità. Il week end si è aperto nel segno di Alex Palou (Chip Ganassi Racing), di gran lunga il più veloce sul saliscendi di Lexington (pista fenomenale, da pelo, che non consente il minimo errore), con Pato O’Ward (Arrow McLaren) subito in scia. Durante i vari turni di prove si è capito subito che il gran premio, al netto delle sorprese, se lo sarebbero giocato lo spagnolo capo classifica e il messicano, grande sconfitto della Indy 500. Si pensava a 80 giri tirati dall’inizio alla fine e, immancabilmente, così è stato.

La gara ha vissuto un sostanziale equilibrio: Palou aveva un passo migliore con le gomme dure, mentre O’Ward riusciva a fare la differenza con le gomme morbide. A decidere la corsa è stata un’esitazione di Palou alla ripartenza dell’ultimo pit stop, che ha permesso al messicano (fermatosi un giro prima – NDR) di saltare davanti al portacolori del Team Ganassi. Non facciamoci però ingannare dal problema al pit stop: O’Ward non ha rubato nulla. La carta vincente è stata quella di riuscire a rimanere lì nelle vicinanze del rivale durante tutte le fasi di gara, continuando a spingere anche quando il distacco era salito a 6 secondi. Quando chi hai dietro è così vicino, non puoi permetterti il minimo errore. Di seguito, intanto, gli highlights della gara: 

Raggiunto ai microfoni, il vincitore ha dichiarato:

“È stata una gara molto combattuta”, ha detto O’Ward. “Siamo stati davvero, davvero forti con le morbide. Palou è stato davvero, davvero forte con le gomme dure. Quindi, tutto quello che dovevo fare era rimanere sveglio nel primo stint, entrare ai box, montare le rosse e cercare di colmare il divario. Ottimo lavoro da parte della squadra. So che abbiamo vinto il St. Pete, ma questa è una vera vittoria. Ce lo siamo guadagnato questo fine settimana”

Il secondo classificato Alex Palou, non ha mancato di esprimere il suo disappunto:

“Non riuscivamo a far durare le gomme. Quando Pato ha iniziato a rimontare, non potevo fare davvero nulla. Ho distrutto le gomme anteriori. L’ultima sosta è stata lenta, credo sia colpa mia, la prima mancia non entrava ma forse ho cercato di inserirla troppo presto. Nonostante tutto, è stata una buona gara”

Scott McLaughlin (Team Penske) è arrivato terzo, facendo registrare il secondo podio nelle ultime tre gare. Colton Herta (Andretti Global) si è piazzato quarto, mostrando un’altra prova solida e senza errori, a dimostrazione che quando Colton c’è con la testa, i risultati importanti e i piazzamenti arrivano.

A parte il focus sui motori ibridi che hanno dato un feedback eccelso con (Dixon a parte) nessun guasto meccanico, non possiamo esimerci dal fare una considerazione su Santino Ferrucci. Partito ventunesimo ha finito decimo, portando a casa l’ennesima top ten della stagione. Il pilota di A.J. Foyt va forte e sta trovando una costanza non così facile da trovare sullo schieramento. Il fatto che si metta sempre nella condizione di far parlare di se per i suoi litigi e le sue sparate, sta diventando paradossale. Se non hai talento e velocità, la sistematica top ten in questa IndyCar così combattuta te la scordi. E non è vero che Santino è un pilota senza testa, semplicemente, dovrebbe limitare atteggiamenti e azioni che servono soltanto a danneggiarlo. L’ho sempre detto e sempre lo dirò: sono le persone che hai attorno, a fare la differenza in certi casi. Perché se è vero che, attualmente, sta dimostrando costanza di rendimento, è altrettanto vero che, presto o tardi, ci sarà da parlare di rinnovi contrattuali. La IndyCar sta attirando sempre più spesso l’interesse di piloti e team europei (McLaren c’è già, il prossimo anno arriverà anche Prema – NDR) e, se si vuole rimanere nella serie, bisogna avere le carte in regola sotto ogni punto di vista. Avere un carattere difficile e far parlare di se prevalentemente per ciò che succede nel paddock e non dietro al volante, potrebbe risultare problematico sul lungo periodo.

Come detto poc’anzi, a parte Scott Dixon non ci sono stati problemi tecnici sulle vetture. Un risultato incredibile che certifica la bontà del lavoro svolto. È ovviamente emerso il dato più significativo che è ben noto a chi segue le gare europee da anni, con l’avvento dei sistemi ibridi: la gestione delle gomme. Questi motori non solo hanno più potenza, ma hanno -soprattutto- molta coppia. Questo si traduce in molta più energia messa all’interno del pneumatico che, inevitabilmente, se non gestito a dovere, va in stress. Sulla carta, Alex Palou avrebbe dovuto avere vita facile con la mescola dura, ma così non è stato, anzi: come da lui dichiarato, le gomme anteriori sono andate in sofferenza. In una pista stretta e tortuosa come quella di Lexington, ricca di saliscendi, dove conta un avantreno preciso e reattivo per entrare forte in curva, avere un comportamento “pigro” in inserimento curva a causa di un lavoro non ottimale delle gomme, può fare tutta la differenza del mondo. Il retrotreno “spinge” l’avantreno, i problemi di bilanciamento generano sottosterzo e le gomme escono dalla finestra ottimale di utilizzo, distruggendosi dopo pochi giri. Questo aspetto sarà cruciale d’ora in avanti e nelle stagioni a venire, perché le nuove unità motrici hanno inevitabilmente modificato il bilanciamento e l’utilizzo delle vetture.

Da segnalare, a tre giri dalla fine, che Romain Grosjean (Juncos Holliger Racing) è uscito di pista riuscendo poi a ripartire. Nonostante lo spegnimento del motore, il sistema ibrido gli ha dato modo di riaccendere il propulsore, consentendogli di riprendere la corsa e di non innescare una fase di Caution. L’unica interruzione è stata quella provocata al primo giro dal problema tecnico accusato da Scott Dixon (Chip Ganassi Racing). Decisamente un risultato inaspettato, ma il primo week end della nuova era è stato senz’altro un banco di prova per tutti, dove si è badato anche e soprattutto, a percorrere più giri possibile al fine di raccogliere il maggior numero possibile di dati.

Alex Palou ha ottenuto il suo ottavo piazzamento tra i primi cinque in nove gare e ha portato il suo vantaggio su Will Power (giunto undicesimo – NDR) a 48 punti. Grazie alla vittoria, Pato O’Ward è salito al terzo posto in classifica, a 70 punti da Palou.

Il prossimo evento sarà il “doubleheader” questo fine settimana all’Iowa Speedway. Sta quindi per iniziare la famigerata “stagione ovale”, dal momento che sei delle ultime otto gare si correranno sugli ovali. Prima gara sabato 13 luglio, seconda gara domenica 14.