Villani: “La Ferrari F1 prenda esempio dal WEC”

A seguito della vittoria Ferrari alla 24 Ore di Les Mans, Nicola Villani indaga come questa storia di successo possa essere assorbita ed integrata da team di Maranello in F1

Molina, Fuoco e Nielsen festeggiano sul podio di Le Mans. credit by Ferrari Hypercar via X

Durante il corso dell’ultimo weekend gli appassionati della Ferrari hanno potuto tornare a provare gradi emozioni grazie all’elettrizzante vittoria ottenuta dalla Scuderia di Maranello alla 24 Ore di Le Mans. Un successo, questo, che bissa quello del 2023 che, un anno fa come oggi, veniva raccontato dalla voce, tra le altre, di Nicola Villani, ospite dell’ultimo episodio della trasmissione Pit Talk. 

Proprio nel corso dell’ultima puntata del nostro format, è stato messo un considerevole accento sulle notevoli prestazioni del team AF Corse che, capitanato da Antonello Coletta, rappresenta nel WEC anche le due Ferrari ufficiali. L’insieme degli ottimi risultati raccolti nelle gare di durata ci ha, quindi, spinto a chiedere se vi fosse spazio per un travaso di menti e risorse dall’endurance alla Formula 1, campo sul quale la Ferrari non sembra godere della stessa concretezza ed equilibrio. Più nello specifico ci siamo incentrati sulla figura tecnica di Ferdinando Canizzo, precedentemente impegnato al tavolo da disegno della 499P e attualmente impegnato al suo sviluppo.

A questa possibilità Nicola Villani ha risposto con un secco no, identificando la possibilità che uno spostamento di persone verso il team di Formula 1 possa risultare in una perdita di competitività nelle Hypercar minando, di conseguenza, un campo dove in questo momento la Ferrari è forte e competitiva.

Il commento di Villani procede, però, con un’analisi fredda e perentoria della squadra di Formula 1 descrivendola come confusionaria a causa dell’assenza di ruoli ben chiari e di solidità, fattori che nel tempo hanno fatto sì che si bruciassero gradi talenti come Alonso o Vettel. 

Quindi, a detta del cronista di Eurosport, in Ferrari dovrebbero riconoscere i due equipaggi come parte della stessa famiglia, condividendo tra di loro metodo e modus operandi piuttosto che pensare a farsi una guerra fratricida per accaparrasi tecnici e risorse.

In conclusione, l’auspicio è che la squadra di Leclerc e Sainz possa far tesoro dell’organizzazione e della struttura gerarchica del team di durata in modo tale da riportare a Maranello quella solidità e consistenza che ormai manca dall’era Todt.