La F1 dovrebbe eliminare il DRS

Ha fatto discutere l’incisività del DRS nell’ultimo GP a Jeddah. Leclerc e Verstappen hanno giocato al gatto con il topo per non darsi il DRS sul rettilineo del traguardo. Con queste F1 che riescono a lottare a distanza ravvicinata, l’uso del DRS sembra essere un plus non necessario.

Il DRS, che ormai è presente in F1 dal 2011, quando si è cercato di dare una svolta all’azione in pista e favorire i sorpassi in una F1 priva di “battaglie”. Negli ultimi anni, con il cambio regolamentare aerodinamico del 2017, il DRS è diventato un’arma potentissima sul rettilineo per chi insegue. Un’arma ancora piuttosto potente ed efficace in questo 2022, dove però le monoposto sembrano in grado di stare attaccate e darsi battaglia in inseguimento.

Lampante l’effetto del DRS su un tracciato come quello di Gedda, dove con ben 3 zone DRS diventava impossibile per la monoposto antecedente difendersi. Lascia perplessa la “caccia al DRS” di Leclerc e Verstappen negli ultimi giri per evitare di dare l’uno all’altro la possibilità di attivarlo sul rettilineo principale. La domanda che sorge spontanea è, con questo tipo di regolamento, il gioco vale ancora la candela? Sicuramente serviranno altri test in pista che possano constatare che il DRS è futile con questo genere di monoposto. Se l’azione in pista è garantita dalla possibilità di avere due monoposto ravvicinate che si danno battaglia, è chiaro che per chi segue, l’ala mobile è una risorsa troppo potente quanto inutile, perchè va’ ad ammazzare quello che potrebbe essere un ipotetico duello ruota a ruota.

Ci si chiede se nel corso del 2023 vedremo ancora il DRS sulla monoposto di F1. Una soluzione potrebbe essere ridurre ad una zona DRS in tutte le piste del tracciato. Di questo passo l’ala mobile rischia di diventare un fattore troppo decisivo per l’esito finale della gara. Dopo tanta fatica fatta per vedere delle monoposto in lotta ravvicinata, si vuole vanificare il tutto facendo decidere la vittoria grazie alla potenza del DRS?